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Parva sapientia, che spesso coincide con la crudeltà e con l’egoismo, come io notai in me stesso in quel vespero. Perchè in quel silenzio vidi una scritta a stampa, attaccata all’organetto: essa parlava in nome dei dormienti e diceva: «Giacomo Moroni, rimasto senza una gamba dal 1887, cerca di guadagnarsi la vita con questa industria e si raccomanda al vostro generoso cuore». Perchè intorno non c’era persona, evidentemente quella scritta si rivolgeva a me ed io rappresentavo il «generoso cuore».

Andai dunque in cerca di alcune monete per corrispondere a quella muta captatio benevolentiae, e trovate che le ebbi, stavo per metterle nell’apertura della cassetta, quando...., quando ebbi invidia di quel sonno dolcissimo sotto l’arco di un ponte; ebbi invidia di quei cervelli che si potevano fermare in qualunque momento, come il manubrio dell’organetto, e dissi nel mio cuore: «Non io, ma voi dovete fare elemosina a me!». Ma, dopo alcuno sforzo del pensiero, mi ripresi: «Evvia, non distruggiamo col ragionamento crudele il primo impulso del cuore».

E lasciai cadere le monete.

E la scritta che si raccomandava al «generoso cuore» mi disse grazie!