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X.

I martiri dello stomaco.


La Giovanna (una delle venditrici del mattino) è una bestia da tiro. Suo marito, il pescatore, sembra un bruto. La loro casa è un porcile, benchè non posseggano il porco: ma le mirice, cioè i tamarischi, vi crescono attorno, e il mare vi alita la sua purità.

Egli, il marito, è pescatore di spiaggia: d’estate coglie le telline; d’inverno, le poveracce. Per tale pesca conviene arare col ferro la rena, andando indietro come fa il diavolo, e stando immersi sino alla cintola. (Sua moglie usa un altro vocabolo). Ma se questa parte del corpo è sempre in molle, l’altra si vendica poi ignorando l’esistenza dell’acqua — se non fu quella battesimale.

La Giovanna, la bestia, corre poi a vendere il pesce col cestello difeso da frasche di acacia, scalza, discinta, violenta. Il volto pallido ed emaciato, reca ancora gli ultimi segni di una sfiorita bellezza, quella bellezza della pura linea antica, che quivi è comune. Ora se la prende con l’olio che è caro; ora coi si-