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me, e non riferii che la prima parte con parole di alto elogio.

— E quando viene il bambino della mia maggiore, allora c’è anche la quarta generazione, — concluse sorridendo il signor Isidoro.


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Quando uscii dalla villa, mi abbattei in un certo tale che fa da mediatore, e conosce vita e miracoli di tutta la gente che è qui. Gli domandai dunque se quella famiglia del signor Isidoro era ricca.

— Lo sono diventati, — mi rispose. — Quel vecchio che pare ancora un contadino (a me pareva nobile come l’antico Laerte, padre di Ulisse, nel fiorente pometo) quello è il nonno grande. Lui da giovane ne aveva quanto ne ho qui su la mano: ma dormire, dormiva poco; e quando dormiva, sognava quello che doveva fare il giorno. Girava per le fiere, si metteva in mezzo ai contratti, sempre con l’orecchio alzato, chè se c’era un affare buono, il primo a sentirne l’odore era lui. Per le cose della terra, pel bestiame, bravo poi! E così, un po’ per volta, ha fatto fortuna; e cominciò a speculare sul valore di queste arene, che allora si compravano per niente, e oggi lei sa quel che costano. Quando si è fatta