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— Ma quanti anni ha lei, signor Isidoro? — domandai. — Io, a far molto, glie ne davo quaranta.
— Ce ne aggiunga altri otto: e noti poi che di figliuole ne ho un’altra che ha già marito, perciò sono anche nonno: ho poi due figliuoli: il più grande è già laureato in chimica agraria: l’ultimo fa il liceo ed è con me qui in campagna: mi sono sposato giovane; e non me ne pento: certe cose, se si fanno, bisogna farle presto.
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Orbene, il signor Isidoro mi fece ripetuti inviti di recarmi a vedere la sua casa al mare: — non dico «villa», — aggiungeva, — perchè si tratta di una fabbrica molto modesta: c’è però qualche cosa che le potrà piacere.
Andai dunque un vespero alla villa di questo uomo felice. Egli mi venne incontro festosamente.
Noi procedemmo per un dritto vialetto di ontani, così folti e alti, che il sole vi feriva appena; e l’occhio riposava in quel silenzioso verde: finchè sboccammo nel piazzale davanti alla villetta.
Dove essa dava ombra, la signorina, da me conosciuta, con alcune sue compagne atten-