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Non si creda però da questo suo squarcio di eloquenza che egli sia iroso: egli è placidissimo. Certe notizie della vita politica che fanno fremere me o mi fanno uscire in sarcasmi, provocano nel signor Isidoro un sorriso pieno di saggezza, che dimostra il perfetto equilibrio del suo sistema nervoso.
Una mattina venne alla borgata a ritirare la posta ed era in compagnia di una leggiadra signorina con le belle ciglia brune modestamente inchinate, e di un’altra signorina con occhiali a stanghetta e capelli di capecchio, tirati su la nuca: tutti e tre erano in bicicletta. Mai più avrei supposto che quella brunettina fosse la sua figliuola, e quasi stavo per congratularmi con lui come di cavaliere galante.
— È mia figlia, veramente, — disse, ma ci volle la presentazione e il sentir lei chiamar «babbo», perchè ogni dubbio scomparisse. L’altra, la compagna, era la governante tedesca, ed allora mi spiegai perchè il signor Isidoro ritirasse regolarmente dalla posta la «Gartenlaube», che, senza aprire, metteva in tasca. Quella governante tedesca non so quanto valesse nell’insegnare ii paterno idioma, nè quanto profitto ne traesse la scolara; bensì valeva molto a far risaltare la grazia della fanciulla.