Pagina:La guerra nelle montagne.djvu/51


— 48 —

veduto il Castelletto, ma mi interessava conoscere gli uomini che lo avevano fatto saltare in aria.

«Oh, fu lui. Eccolo lì».

Un ufficiale, dagli occhi di poeta o di musicista, sorrise ed approvò col capo. Già, egli ammise, fu coinvolto nell’affare del Castelletto. Lo descrisse perfino in una relazione. Furono adoperate trentacinque tonnellate di nitroglicerina per quella mina; l’avevano portata su tutta a braccia in quei giorni nei quali egli era ancora sottotenente, e i soldati vivevano sotto le tende prima dell’impianto delle ferrovie aeree; — molto tempo fa.

«E così il vostro battaglione compì tutta l’impresa?».

«No, no; non tutta, invero; ma, prima di aver finito nel Castelletto, noi dovemmo fare da minatori, da meccanici e conoscemmo mestieri che non ci saremmo mai sognati di fare. Del resto così è in questa guerra».

«E la faccenda delle mine continua tuttora?».

Si, potevo essere certo che continuasse.

«Ed ora, per favore, vorreste venire ad ascoltare la musica della nostra banda?». Essa vive sulle anfrattuosità della roccia — e avrebbe suonato la marcia del Reggimento e quella della Compagnia; a questo punto uno di quegli allegri fanciulloni scosse mestamente il capo, osservando: «quegli Austriaci decisamente non sono portati per la musica, non hanno orecchio affatto».

Figuratevi una muraglia rocciosa che si incurva a forma di baldacchino; prendete una banda vo-