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vantisi a cuspide. Teorie di soldati marciavano verso le loro trincee, situate in alto sui fianchi del monte più lontano ed il calpestio dei loro passi echeggiava fra gli alti muri di cinta dei giardini, dove, fra i grappoli di glicini in pieno rigoglio, passavano i fili telegrafici e telefonici del servizio militare. Vi erano nella città alcune centinaia di borghesi, che non ritenevano ancora opportuno di allontanarsi, perchè in questi frangenti l’Italiano è tenace quanto il Francese. Sulla piazza principale, dove le facciate delle case hanno maggiormente sofferto a causa del tiro nemico e dove l’alto fanale di luce elettrica si è piegato al suolo, io vidi una fanciulla, sulla porta di un negozio, contrattare l’acquisto di alcuni bottoni sopra un cartoncino; le mani, gli occhi e i gesti suoi apparivano stranamente concitati, mentre il venditore non era di lei meno intento alla discussione. Vivere sotto l’incubo di essere continuamente spiato dall’alto e di aver sempre, per così dire, delle bocche invisibili che vi soffiano sulla nuca deve essere, dopo tutto, meno insopportabile di quello che si creda!

Un po’ più tardi, in un giardino pieno di giaggioli, mi fu raccontato in confidenza, da alcune signore inglesi, che possedevano il macchinario per applicazioni radiotelegrafiche ed un paio di automobili crivellate da scheggie di shrapnells, che ad esse era stato permesso — allorquando si sarebbe effettuata la nuova avanzata — di recarsi nella città di Gorizia, in una bella camera sotter-