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II.
Podgora
«Per un po’ di tempo, abbiamo finito con le pietre», disse l’ufficiale — «ora andiamo ad una montagna di fango. Adesso è asciutta e ferma; ma quest’inverno non stava mai tranquilla».
Un tratto di strada, che si arrampicava sulla montagna, rimaneva ancora incerto ed era scivolato, ripiegandosi su di un lato, in un’amalgama di terriccio e di radici d’alberi, che alcuni soldati stavano portando via a palate.
«Questa è una strada di costruzione piuttosto recente; in complesso noi abbiamo tracciato circa quattromila miglia di nuove strade — oltre ad aver migliorato le vecchie — sopra un fronte di seicento chilometri. Ma, come vedete, i nostri chilometri non sono piani».
Il paesaggio, svolgentesi in tutti i toni verdi della primavera, era quello delle primitive pitture sacre italiane — con le medesime colline iso-