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[1267-77] | del vespro siciliano. | 79 |
alla selvatica Albania con le solite arti: si facea da quei turbolenti chiamare al trono: e legavasi ad essi col vecchio ludibrio de’ giuramenti; con sì bella scambievole fidanza, che a sicurare i suoi uficiali e guerrieri mandati in quelle regioni, richiedea statichi albanesi, e in Aversa li custodia strettamente1. Per tal modo approcciavasi alla sede dell’impero greco, circondavala, insidiavala d’ogni dove2.
E in Italia, spento Corradino, e con lui l’ardir novello de’ Ghibellini, l’usato gioco fe’ montar parte guelfa: per la cui riputazione, e del papa, e della vittoria, s’aggrandiva re Carlo; ridendosi ormai de’ limiti che la gelosia della romana corte aveagli assegnato nella investitura del reame. Ripigliò in Roma l’uficio di senatore: tornò a comandare in Toscana da vicario imperiale, e a perseguitare senza freno i Ghibellini3: saltò in Piacenza: in Piemonte molte cittadi occupò; molte in Lombardia,
- ↑ Diplomi indicati, e un d’essi pubblicato nel citato catalogo delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. I, pag. 98 e 120.
In un altro diploma dato di Napoli il 25 febbraio, non si sa di quale anno, nel r. archivio di Napoli reg. segnato 1268, O, fog. 87 a t. si legge:- «_Karolus Dei gr., rex Sicilie et Albanie, Gazoni Chinardo militi, in regno Albanie vicario generali, etc._» Ed altri due diplomi della stessa data a Guglielmo Bernardi marescalco di quel regno.
- ↑ Fornisce intorno a questi preparamenti qualche particolarità un diploma dato di Napoli il dì 8 aprile tredicesima Ind. 1270. Per questo è condotto al servigio di re Carlo, con soldo di 8,000 lire tornesi per un anno, Ferrando di Sancio del sangue reale di Aragona (forse dee dire Castiglia) con 40 militi a cavallo, 40 scudieri e 20 balestrieri a cavallo, a condizione di militare nel regno o nell’impero di Costantinopoli, e di trovarsi in punto a Trapani il 1 agosto di quell’anno. Ne’ Mss. della Bibl. com. di Palermo Q. q. G. 2, fog. 17.
- ↑ Diploma di Carlo I al comune di Siena perchè facesse diroccare le case dei Ghibellini che rifiutavano di sottomettersi. È dato del 1272, e pubblicato dal sig. Buchon, Nouvelles recherches historiques sur la Principauté française de Morée, tom. I, pag. 27 e 28.