[1266-82] |
del vespro siciliano. |
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riserbavasi nelle concessioni1, ed esercitavali, non perdonando a tributo, nè a servigio; infino a sancir la morte contro gli usurpatori de’ demani, e a dichiarare, e per questo soltanto, che regnicoli e Provenzali e Francesi senza distinzione ubbidissero2. Abbandonava nel resto il freno, perchè diverso dagli altri principi dell’età sua Carlo regnava. Quelli con la riputazione delle municipalità, sforzavansi a raffrenare i baroni; ei condottiero ancora del suo baronaggio, da quello era mantenuto sul trono3. Nimici
- ↑ Vo’ notare, perchè mostri le condizioni di tutte le altre, una concessione fatta da Carlo I, a dì 8 luglio 1278 (o 1266), che leggiamo tra’ Mss. della Bibl. com. di Palermo Q. q. G. 4.
Il re dà in feudo nobile a Ponzio di Blancfort, milite e famigliare suo, il castel di san Pietro sopra Patti, che si tenesse _in capite_ dalla corona, per lo servizio di due militi e mezzo, ragionati a 20 once d’oro annuali per ciascuno, secondo gli usi del regno di Sicilia. Eccettuansi dalla signoria coloro che tenessero direttamente dal re feudi o altro in que’ luoghi; e le saline, gli armenti regi, i demani, le spiagge fino al gitto della balista: riserbasi ancora il re il dritto al giuramento ligio; i giudizi criminali di morte, taglione, o esilio; e la imposizione delle collette o monete generali.
- ↑ Capitoli del regno di Napoli, an. 1272, pag. 8. Questa differenza che Carlo mettea tra sudditi francesi e italiani, senza saviezza politica, e certo senza giustizia, si scorge sempre, anche in fatti di minore importanza. Così nel chiamare i baroni al servigio feudale, distinguea gli uni dagli altri; e abbiamo da vari diplomi che una volta ai Latini ingiunse di recarsi a quest’effetto a san Germano il 26 dicembre 1275, a’ Francesi il 14 gennaio 1276. Da’ registri del r. archivio di Napoli, reg. segnato 1260 O fog. 68 a t. e 69.
- ↑ Carlo non solamente volle una feudalità di gente francese nel reame di Puglia, che mirò ancora a stabilirvi intere popolazioni. Così a ripopolar Lucera, dopo aver domato que’ fieri Saraceni, invitò con promessa di proprietà e immunità larghissime gli abitanti della Provenza, raccomandando portasser seco loro le armi. Diploma del 20 ottobre 1273 dal r. archivio di Napoli, in Papon, Hist. gén. de Provence, tom. III, Doc. 12. Veggasi ancora quant’altro scrive il Papon nello stesso tom. III, pag. 58.
Questo fatto è provato inoltre da’ privilegi di colonia provenzale, che Carlo II nel 1300 concedette ai Catalani dell’armata. Diplomi del 3 gennaio tredicesima Ind. nel reg. del r. archivio di Napoli, segnato 1299-1300, C fog. 50 a t.