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36 | la guerra | [1268] |
Non uso a questi subiti italiani movimenti, sbigottì Carlo a veder mezza la penisola in romore per Corradino; la Sicilia perduta; la Puglia piena d’umori di ribellione; e Corradino, che per diffalta di danari era sostato dapprima a Verona, vincer sull’Arno, accrescersi in Roma pe’ favori d’Arrigo di Castiglia, e, non curando scomuniche, minaccioso venire alla volta del regno con dieci migliaia di cavalli, e più numero di fanti, tra tedeschi, spagnuoli, italiani, e usciti di Puglia. Nè tanta moltitudine avea Carlo in sull’armi; ma eran Francesi i più, e in migliore disciplina, e con altri capitani: ond’ei come animoso, fè testa ai confini. Presso a Tagliacozzo si pugnò, nel pian di San Valentino, a ventitrè agosto del sessantotto: ed era di Corradino la giornata, quando la terza schiera francese instrutta dal vecchio Alardo di Valery e da Guglielmo principe di Morea, diè dentro; e ruppe e mietè i disordinati per fidanza della vittoria. Presi i maggiori dell’esercito; scannata a frotte la plebe; nella quale trovando parecchi Romani, Carlo
Gio. Villani, lib. 7, cap. 20 al 23.
Raynald, Ann. eccl. 1267, §§. 2, 12 e seg., 1268, §§. 2 a 29.
Nic. di Jamsilla, in Murat. R. I. S. tom. VIII, pag. 614 e seg.
Veggansi anche i seguenti diplomi del r. archivio di Napoli:
Diploma di Carlo I, dato di Viterbo 11 aprile undecima Ind. (1268) al segreto di Sicilia, per le spese di fra Filippo d’Egly dello Spedale di S. Giov. di Gerusalemme. Reg. di Carlo I, segnato 1268, O fog. 18.
Altro dato dal campo sotto Lucera il 2 giugno undecima Ind. (1268) a Falcone di Puy-Richard vicario di Sicilia, perchè munisse con estrema cura Messina, tamquam portum et portam Sicilie. Ibid. fog. 18.
Altro dato di Capua a 10 dicembre duodecima Ind. (1268) pel castel di Licata, che avea sostenuto assai guasti da’ ribelli. Ibid. fog. 22.
Conti resi da Bartolomeo di Porta giustiziere della Sicilia di là dal Salso, per l’amministrazione dal 14 ottobre 1268, a tutto novembre 1269. Ibid. fog. 75.
Da una partita di questo conto si scorge, che il giustiziere mandava al re, Nicolò di Marchisano a chiarirgli falsa la voce dello sbarco del re di Tunisi in favor de’ ribelli; e che avea pagato un’oncia a Lorenzo di Trapani, il quale con la sua barca portò questo corriere da Palermo in Principato, ov’era il re.