Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
[1265] | del vespro siciliano. | 27 |
romana corte, la quale il volea possente sì, ma non da soverchiare lei stessa. Con ciò mutilati i dritti del principe nelle elezioni ai vescovadi e agli altri beneficî ecclesiastici; toltigli i frutti delle sedi vacanti; tolta ogni partecipazione nelle cause ecclesiastiche, e riserbatene le appellazioni a Roma; fermata la franchigia de’ chierici dalle ordinarie giurisdizioni e dai tributi; e altre condizioni men rilevanti. Tra quegli squisiti accorgimenti di regno, si risovenne pur Clemente degli uomini del paese non suo che vendea: stipulò per loro i privilegi goduti già sotto Guglielmo II, il re più mite e giusto, e temperante dallo aver dei sudditi, che nelle siciliane istorie si registrasse1.
A furia allor si misero in punto le armi, e gli armati per la guerra a Manfredi. Corsi erano ormai diciassette anni dalla sconfitta dell’esercito crociato: ridondava la Francia
- ↑ Lünig, loc. cit. n. 43.
Ecco il sommario di questa bolla, data di Perugia il quarto dì anzi le calende di marzo dell’anno primo di Clemente IV.
Discorso a lungo della concessione precedente a Edmondo d’Inghilterra, la quale si replica esser nulla, per le non adempiute condizioni, e per la mancanza di un atto in buona forma; il regno di Sicilia, con tutta la terra tra lo stretto e i confini dello stato della Chiesa, è dato a Carlo d’Angiò, che prima della festa prossima di san Pietro, vada a Roma per l’investitura, mentre il cardinale delegato a questo negozio in Francia gli darebbe un sussidio sulla decima delle chiese, e predicherebbe la croce contro Manfredi.
Le condizioni della concessione sono:- Resti Benevento alla Chiesa.
- Carlo, e i suoi, e gli eredi non possano avere proprietà, nè autorità in alcuna terra appartenente alla Chiesa di Roma.
- Diansi alcuni privilegi a Benevento.
- Ordine della successione, con la ricadenza alla Chiesa, in difetto di eredi legittimi e del sangue.
- Censo di ottomila once di oro alla Chiesa, in ogni anno; e scomuniche e caducità dal regno se non si paghi.
- Dopo l’acquisto del reame, in tutto o in parte, Carlo paghi alla Chiesa 50,000 marchi per le spese sostenute da lei.
- Presenti al papa un palafreno bianco ogni tre anni.
- Ne’ bisogni della Chiesa mandi 300 uomini d’arme (cioè da 900,