[1285] |
del vespro siciliano. |
331 |
travagliava: almugaveri leggieri contro gli uomini d’arme, cavalli contro cavalli; dove sopra tutti i bravi lodati di parte catalana veggiamo quel siciliano Palmier Abate, giovane che non avea visto unquemai battaglia, rapito fuor della diletta patria per astuzia del re, e segnalatosi or tanto in sua difesa, che il catalano Montaner lasciandosi portare all’estro della cavalleria, gli altri prodi agguaglia a’ Lancilotti e a’ Tristani, e lui ad Orlando. Straziatisi con tal disperato coraggio Francesi e Spagnuoli, stracchi alfine lasciarono il campo; ed entrambi poi vantaron vittoria. Errore è d’alcuni istorici, che ivi fosse ferito re Pietro. Venne anzi battendo a Besalu, e alle altre poste; continuò a dar gangheri, porre agguati, saltar qua e là intorno allo estenuato esercito di Francia: e pensava anco qualche stratagemma per vittovagliare Girona; quando il ventiquattro agosto, lasciato ogni altro pensiero, a spron battuto volò a Barcellona per lietissimo annunzio1.
E fu questo l’arrivo della siciliana flotta: onde sfavillò Pietro in volto, a vedere nel porto di Barcellona trenta galee, schierate in bell’ordine, dipinte intorno intorno con le armi d’Aragona e Sicilia, luccicanti di scudi e balestre,
- ↑ D’Esclot, cap. 159 e 165. Montaner, cap. 134. Bart. de Neocastro, cap. 92. Geste de’ conti di Barcellona, loc. cit. Quivi si legge che Pietro escì col peggio da questo combattimento. Surita, Ann. d’Aragona, lib. 4, cap. 65. Di questa scaramuccia fan motto ancora Gio. Villani, lib. 7, cap. 103, Nangis, loc. cit, pag. 547, la Cronaca di S. Bertino, loc. cit., pag. 766, Ricobaldo Ferrarese, Francesco Pipino, la Cronaca di Parma, Tolomeo di Lucca, Hist. ecc., lib. 24, cap. 15 e 16, in Muratori, R. I. S. tom. XI, e l’Anonymi Chron. sic. narrando brevemente la guerra d’Aragona ne’ luoghi citati. Secondo essi, Pietro ebbe una ferita e poi ne morì. Di questa ferita non parlano i contemporanei catalani e siciliani, che potean meglio sapere i particolari, e non aveano ragione a occultar con manifesta menzogna, che un re guerriero morisse di ferita tre mesi appresso la battaglia.