al trono; già movea a
compiere il meritato sterminio dell’isola1. Al papa aggiugne: sol
ch’abbia moneta, trionferà questa volta; il papa col solito amore
provegga all’ultimo sforzo. Temendo pure esausto quel cieco zelo o il
tesoro, il dì stesso commette al vescovo di Troia e a Oddone
Polliceno, consiglieri suoi, che procaccino uno imprestito con
l’intesa di fidati officiali del papa; vadano a corte di Roma, in
Toscana, in Lombardia; richieggan città, compagnie, mercatanti, tutto
purchè abbian cinquanta mila once d’oro. Pochi dì appresso
raccomandavasi a maestro Berardo da Napoli notaio del papa, dicendo
accatto non più, ma sussidio2. Nè invano il chiese a Martino, che
fatto per lui tanto sperpero delle decime dell’orbe
- ↑ Docum. XVIII.
- ↑ Lettere di Carlo, date il 9 e il 14 giugno, nel Testa, Vite di Federigo II di Sicilia, docum. 1 e 2.
In un’altra del 10 giugno, che si legge, come le precedenti, nel r. archivio di Napoli, registro segnato 1283, A, fog. 150, Carlo chiedeva al papa le bande di Giovanni d’Eppe, scrivendo tra le altre efficaci parole che: _Sicut capitis sanitas vel languor in membris, sic in meis negotiis eiusdem Ecclesie status et dispositio sentiatur._ E con ciò forse voleva far intendere al papa la posizione inversa, del bisogno che la Chiesa avea di lui. Veggansi inoltre:
- Diploma dato di Napoli il 10 giugno 1284, per armarsi e fornirsi di vivanda le 19 galee e 2 teride, ch’erano nel porto di Napoli (le fuggitive della battaglia del dì 5), r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 188, a t.
- Diploma dato di Napoli il 20 giugno, duodecima Ind. (1284) per consegnarsi ad Arrigo Macedonio 2,000 _lanzones ferratos_, per l’armata che dovea andare in Sicilia, reg. medesimo, fog. 157.
- Diploma dato di Napoli a 20 giugno duodecima Ind. (1284), pei viveri a due galeoni di 72 remi, capitanati da Giovanni di Coronato, e Navarro, genovesi, r. archivio di Napoli, reg. di Carlo II, seg. 1291, A, fog. 4, a t.
- Diploma dato di Napoli a 21 giugno duodecima Ind. (1284), Giovanni de Burlasio giovane, e Rinaldo d’Avella sono eletti capitani dell’armata di Principato e Terra di Lavoro, r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 155.
Molti altri scambi di officiali pubblici veggonsi in tutto questo registro dalla venuta di Carlo I, in giugno 1284, fino alla ritirata a Brindisi.