[1284] |
del vespro siciliano. |
271 |
che il
cardinale e i baroni mandavano a confortarli: si riducessero intorno
il castel Capuano, e non temesser pure la minuta plebe e quel foco di
paglia, chè la nobiltà napoletana sarebbe tutta con essi. E in vero, o
vinti dall’autorità e arte del cardinale, o mansuefatti all’alito
della corte, i nobili di Napoli si fecero sostegno all’usurpatore in
quel fortunoso momento. Perciò la plebe volle scacciare i Francesi, e
non potè; contrariata dai suoi stessi, e repressa e castigata due dì
poi dal medesimo re Carlo1. Si propagò il movimento a Gaeta e molte
altre terre, che strepitarono un poco, scrivea re Carlo con l’usato
disprezzo, e per le medesime cagioni si tacquero2.
- ↑
- Saba Malaspina, cont., pag. 410, 411.
- Cron. di San Bert., loc. cit., tom. III, p. 765.
- Epistola di re Carlo a papa Martino, data di Napoli il 9 giugno 1284, in Testa, Vita di Federigo II di Sicilia, docum. 2, ove leggesi: Nonnulli leves et viles contumaci crassantia excessissent, etc.
- Memoriale de’ podestà di Reggio, in Muratori, R. I. S., tom. VIII, pag. 1158.
- Gio. Villani, lib. 7, cap. 94.
- Vita di Martino IV, in Muratori, R. I. S., tom. III, pag. 610.
- Giachetto Malespini, cap. 222.
Le parole di Saba Malaspina intorno il messaggio a’ Francesi usciti dalla città, che mostran gli umori di parte tra i nobili e la minutaglia di Napoli, son queste: Significant enim dictis Gallicis legatus et nobiles memorati, quod etiam in iis concitationibus populi non oporteret eos timentium assumere animos vel pavere, quia contra hujusmodi populum stolidum concitatum, praedicti nobiles cum ipsis Gallicis volunt esse.
- ↑
- Saba Malaspina, cont., pag. 411.
- Epistola citata di re Carlo a papa Martino.
- Diploma di re Carlo, docum. XVIII.