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del vespro siciliano. |
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da tener la cruda parola, grande nelle virtù, grande nei vizi,
di smisurato valore e brutale ferocia1.
- ↑ Questa narrazione è ritratta da’ seguenti contemporanei, che portanla con poco divario tra loro:
- Bart. de Neocastro, cap. 76, 77.
- Nic. Speciale, lib. 1. cap. 27.
- Saba Malaspina, cont., pag. 404 a 408.
- D’Esclot, cap. 119 a 127.
- Diario anonimo, nella Raccolta di cronache del regno di Napoli, da’ tipi del Perger, tom. I, pag. 109.
- Giachetto Malespini, cap. 222.
- Gio. Villani, lib. 7, cap. 93.
- Memoriale de’ podestà di Reggio, in Muratori, R. I. S., tom. VIII, pag. 1157, 1158.
- Cron. del Mon. di S. Bertino, in Martene e Durand, Thes. Anec., tom. III, pag. 764.
- Nangis, Gesta Philippi III, in Duchesne, Hist. franc. script., tom. V, pag. 543.
- Geste de’ conti di Barcellona, cap. 28, nella Marca Hispanica del Baluzio.
- Montaner. cap. 118.
- Cronaca di Parma, in Muratori, R. I. S., tom. IX, pag. 812.
E la più parte degli altri contemporanei, che dicono il fatto senza i particolari.
Il giorno della battaglia è confermato da molti documenti, tra’ quali citeremo una lettera di Carlo I al papa, data il 9 giugno 1284, pubblicata dal Testa, nella vita di Federigo II re di Sicilia, docum. 2.
I suddetti scrittori portan variamente il numero delle navi; e i più pongon l’avvantaggio del numero dalla parte de’ Napoletani. Scrivendo solo per narrare quel che mi sembra più vero, mi son tenuto a d’Esclot catalano, perchè meno esagerato, e minutissimo ne’ particolari. Saba Malaspina disse 11 le nostre navi e 30 le nemiche. Speciale 41 le nostre e 70 le nemiche. Il Neocastro 28 le prime e 30 le seconde. Il Villani 35 le napoletane e 45 le nostre. Il Montaner 40 le galee di Sicilia e 38 con molti altri legni le napoletane. La Cronica di Parma, morti d’ambo le parti 6,000, presi da’ nostri 8,000, tra’ quali il figlio dei conte di Fiandra, il conte di Monforte, Rinaldo d’Avella, Oddone Polliceno e altri baroni, in tutto 32, prese 42 galee armate, sommerse cinque e fuggite quattro.
Vi hanno nel r. archivio di Napoli parecchi diplomi di Carlo I, per l’amministrazione de’ beni feudali comitum et baronum qui dudum in marino prelio cum Karulo primogenito nostro per proditores Messanenses et inimicos nostros Aragonenses mortui sunt vel capti. Queste parole appunto leggonsi in un diploma dato di Brindisi il 13 settembre tredicesima Ind. (1284), reg. 1283, A, fog. 176; e uno somigliante, dato il dì 11 giugno duodecima Ind. (1284) se ne legge indi a fog. 188; un altro a fog. 12 a t. dato di Brindisi il 3 ottobre tredicesima Ind. (1284).
Un altro del 17 giugno 1284, dato anco di Napoli, provvide in particolare all’amministrazione dei beni di Raynaldo Gaulardo miles preso col principe di Salerno, reg. segn. 1291, A, fog. 4.
Un altro del 21 giugno dello stesso anno 1284, nel medesimo registro 1291, A, fog. 21, accordò dei sussidi alle mogli de’ prigioni, Rinaldo Galard, Iacopo de Brusson e Guglielmo Estendard.
E tre altri dati il 14 giugno per l’amministrazione de’ beni di Galard, de Brusson ed Estendard, leggonsi nel ridetto registro 1291, A, fog. 4, e 4 a t.