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[1283] del vespro siciliano. 249



Le trame di Gualtiero distratte, la sconfitta di Malta, l’audace correria del nostro ammiraglio, sforzarono il principe di Salerno a rimetter pure l’impresa all’anno appresso; mentr’egli, allestite in Brindisi altre galee e teride, già col conte d’Artois da un dì all’altro pensava imbarcarsi1. Indi con quell’adoprar attivo e solerte, ch’è pur dote de’ mediocri, ma gli effetti il distinguono dal valor vero, questo Carlo che, degenere dal padre, in sua vita molto si arrabbattò e nulla mai fece, preparò grandi macchine e videle ruinare a un soffio, or tutto inteso al passaggio di Sicilia dell’anno vegnente, la prima cosa perdè l’intento ch’avea sudato a procacciare testè con le riforme e promesse a’ sudditi. Perchè non dismettea le antiche gravezze, le esacerbava anzi con francarne i Provenzali2

  1. D’Esclot, cap. 115.
  2. Diploma del 24 gennaio 1284, citato nel seguito di questo capitolo in nota.