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[1283] | del vespro siciliano. | 247 |
Incontanente il re manda a città Berengario, figliuolo del Cruyllas,
chè trovato segretamente costui, venir facesse fuor le mura il
siniscalco inglese Giovanni di Greilly, con dir che un cavaliere amico
suo il dovea richiedere d’alto affare, e sì menasse un notaio.
Giovanni a sera andò: al quale Piero, infingendosi ambasciador
novello, ridomandava se venir potesse il re d’Aragona; e quei risoluto
rispondea che no: saper vicine grosse torme di cavalli francesi: re
Eduardo non aver assicurato mai il campo: nè or, volendo, il potrebbe,
congiunte ancor le sue forze a quelle del re d’Aragona: ciò aver ei
poco innanzi protestato a Gilberto. E Piero il pregava che gli
mostrasse la lizza: alla quale condotto, gittatosi alle spalle il
cappuccio, al siniscalco si appalesò. Que’ premurosamente lo
scongiura, s’involi per Dio ai nemici. Il re montato il suo destrier
di battaglia, tre volte accerchia l’arena; surto nel mezzo, dice
solennemente al siniscalco e al notaio, esser venuto a mantener la sua
fede; non restar per lui che non si combatta, ma per la perfidia de’
nemici. Una protestazione fe’ stenderne in buona forma; attestandovi
il Greilly la venuta del re d’Aragona, e l’ordine d’Eduardo di
rassegnar la città a Filippo ed a Carlo. Lasciò all’Inglese il re
d’Aragona le armi sue; pregollo che soprastasse alquanto a divulgare
il fatto; e speditamente galoppò, tornandosi per la via di Baiona.
Giunto a questa città tutto spunto e rabuffato, che da tre dì non
chiudea ciglio, promulga una protestazione; manda lettere e nunzi a’
principi di cristianità; e aspettandosi la guerra, richiama in patria
i sudditi suoi che si trovassero in Francia.
Carlo dall’altro canto, trovatosi infin dal venticinque maggio a Bordeaux, come il dì stesso del duello seppe dal siniscalco la venuta dell’avversario, indragato mandava cavalli a inseguirlo, che per l’avvantaggio delle mosse invano s’affaticarono; e col Greilly n’ebbe acerbissime parole,