Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
[1283] | del vespro siciliano. | 243 |
dell’ottantatrè. Severo assai perchè assai l’amava (così scriveagli), il riprenderebbe di quegli stolti patti, di quelle disoneste imprecazioni stipulate nei diplomi, di quella, non prova di ragione, ma di vanità e ferocia. E non s’accorgea della magagna dell’Aragonese, che, minore assai di esercito, l’adescava a misurarsi da uguale? Vietati, dicea, dalla religion del vangelo questi certami alle private persone, non che ai reggitori de’ popoli. Pertanto non s’attentasse a combattere: ei, vicario di Cristo, lo sciogliea da’ giuramenti presi; persistendo, minacciavalo di censure, e di quanti i altri gastighi sapesse trovar contro di lui la romana corte1. Rincalzò lo scritto con la viva voce del cardinale di san Niccolò in carcere Tulliano, e di quel di santa Cecilia, mandato in Francia con lo stesso Angioino2. A re Eduardo, per un’altra epistola del cinque aprile, sotto l’usata minaccia, inibì di star guardiano del campo, di far entrare in Guascogna i combattenti3: al medesimo effetto, scrisse non guari dopo a Filippo l’Ardito4. Ma alfine lasciò fare, o perchè vide non poter vincere la pertinacia di Carlo, o perchè entrò nei disegni di Carlo e della corte di Francia, che sembrano men lievi e men innocenti d’uno sfogo cavalleresco5.
E l’Inglese, richiesto da Carlo, dopo alquanto differimento, rispondea, gli manderebbe messaggi; e Goffredo
- ↑ Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 8 a 12, breve dato d’Orvieto a 3 aprile.
Nangis, in Duchesne, Hist. franc. script., tom. V, pag. 541. - ↑ Raynald, ibid., §. 13; e Nangis, ibid., pag. 542.
- ↑
- Raynald, ibid., §. 7.
- Rymer, Atti pubblici d’Inghilterra, tom. II, pag. 242 a 244.
- Questo divieto del papa è affermato ancora nella Cronaca del Monastero di S. Bertino, in Martene e Durand, Thes. Anecd., tom. III, pag. 763.
- ↑ Breve del 20 aprile 1283. Negli archivi del reame di Francia, J. 714, 3.
- ↑ Nangis, loc. cit.