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[1282] | del vespro siciliano. | 213 |
colpi tra tante grosse poste nimiche. Per pratiche ebbe intanto la terra di Scalea in Principato; al cui reggimento il dì undici novembre mandò Federigo Mosca conte di Modica1. Cinquecento uomini pose sulla estrema punta di Calabria: i quali annidatisi negli antichi boschi di Solano, costernavano il presidio di Reggio, con iscorrere in masnade pei contorni, rapir vittuaglie, infestare le strade, tutte comunicazioni troncargli2.
Tra queste scaramucce e ’l trattato del duello, il sanguinoso anno ottantadue chiudeasi chetamente, lasciando i semi sì di lunghissime guerre; alle quali non erano per mancare nè motivi, nè danari, nè uomini. Perchè oltre la propria potenza di Carlo, la corte di Roma vedendo tornar vane le prime prove, cominciò a rinforzare i comandi spirituali e le pratiche, co’ sussidi di moneta; le città guelfe d’Italia, necessitate da lor maligna stella a sostener la casa d’Angiò, mandaron tuttavia molte genti, e talvolta anco danaro; ed oltre le Alpi la guerriera schiatta francese era pronta sempre a dare il suo sangue. Infin dal primo annunzio della strage in Sicilia, il principe di Salerno corse di Provenza a Parigi, a rincalzar le inchieste del padre, a comporre le liti che questi avea con la regina Margherita di Francia per cagion delle contee di Provenza e di Forcalquier3.
- ↑ Che il conte Federigo Mosca nominato dal Neocastro fosse conte di Modica, si ritrae da Surita, Annali d’Aragona, lib. 4, cap. 27, e da’ nostri noiosi scrittori delle genealogie nobili.
- ↑ Saba Malaspina, cont., pag. 390.
Bart. de Neocastro, cap. 56. - ↑ Diploma dato di Parigi a 20 giugno 1282, col quale Carlo principe di Salerno promettea di comporre amichevolmente questa faccenda. Negli archivi del reame di Francia, J. 511. 2.