due principi a Edoardo, o a chi egli manderà, o,
in difetto, a chi per lui regga la terra; ma, salvo nuovo accordo, non
si venga allo scontro, se non presente Eduardo; aspettandolo infino a
trenta dì, sotto fede di non si offendere reciprocamente in Guascogna
infino al duello e otto dì appresso. Stipulano in ultimo che qual manchi
ad appresentarsi co’ suoi campioni, tengasi d’indi in poi «vinto,
spergiuro, falso, fallito, infedele e traditore, spoglio del nome e
onore di re». Ratificaron ambo i principi questi capitoli con sacramento
sugli evangeli. E com’era costume, chiamandosi a guarentigia dei re i
veri arbitri dello stato, quaranta per ciascuna parte de’ primari baroni
e capitani giuravano sul sacro libro, che legalmente e di buona fede
secondo lor potere procaccerebbero l’osservanza di que’ patti: che se il
lor principe fallasse, mai più non vedrebbero la persona di esso, nè
aiuto di braccio gli presterebbero, nè di consiglio. Da loro soscritti e
dai re in buona forma, si stendean di tutto ciò due atti, dati, quel di
parte aragonese di Messina, l’altro di Reggio; ambo il trenta dicembre:
e in questo leggesi, tra molti nobili nomi francesi, un Giovanni
Villani, congiunto forse del fiorentino istorico1; nel primo notansi
Alaimo di Lentini, il conte Ventimiglia, Ruggier Loria, Gualtiero di
Caltagirone, e Pietro fratello, Giacomo Perez, natural figliuolo del
re2. Gli scrittori parteggianti
- ↑ Da una scritta che ti trova nel r. archivio di Napoli, reg. segnalo 1268, A, fog. 35, si vede che fosse tra’ cortigiani di re Carlo, Rinaldo Villani da Siena milite.
Un altro diploma del 28 aprile (forse 1268) che si legge nel medesimo archivio, reg. segn. 1268, O, fog. 30 a t., comanda a’ regi inquisitori d’investigare i carichi dati pe’ fatti di Corradino a Giovanni Villano da Aversa milite.
Non mi preme il ricercare se costoro fosser della medesima famiglia, e se tra i mallevadori di Carlo fosse stato un Pugliese o un Toscano. Perciò me ne rimango a queste semplici notizie.
- ↑ I diplomi leggonsi presso:
- Rymer, Atti pubblici d’Inghilterra, tom. II, pag. 226 a 234.
- Muratori, Ant. Ital. Med. Ævi, tom. III, pag. 655.
- Martene e Durand, op. cit., tom. III, pag. 101.
- Lünig, Codex Ital. Dipl., tom. II, pag. 986 e 1015.
- Registro di Carlo I, segn. 1280, B, fog. 151 a t., citato dal Vivenzio, Ist. del regno di Napoli, tom. II, pag. 353.
E infine li cita Michele Carbonell, Chroniques de Espanya, ed. 1567, affermando trovarsi gli originali negli archivi di Barcellona, de’ quali egli era il conservatore; e similmente Feliu, Anales de Cataluña, lib. 11, cap. 17. Negli archivi del reame di Francia ho veduto io ancora in buona forma un di questi diplomi: e dal gran numero di copie che se ne trova, si può ben conchiudere che si volle dare a quest’atto la maggiore pubblicità che fosse possibile.
Perfettamente rispondono a questi diplomi:
- D’Esclot, cap. 100, che porta anco esattamente i nomi de’ cavalieri mallevadori.
- Montaner, cap. 72, 73.
- Saba Malaspina, cont., pag. 388, 389.
- Nic. Speciale, lib. 1, cap. 25.
- Bart. de Neocastro, cap. 54.
- Geste de’ conti di Barcellona, cap. 28, nella Marca Hisp. del Baluzio.
- Chron. S. Bert. in Martene e Durand, op. cit., tom. III, pag. 763; ed altri che lungo sarebbe a noverare, or più or meno esatti.