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208 la guerra [1282]

stanziali, che sommavano a sette migliaia di cavalli e dieci di fanti. Alla Catona e in altri luoghi marittimi di Calabria li spartì in grosse schiere: a Reggio ei rimase con la più forte1. E, per non sembrare inoperoso, un messaggio di rimbrotti mandò a re Pietro, già tornato a Messina.

Per Simon da Lentini, frate de’ predicatori, il mandò, che affidato nella chierca, rinfacciava al re d’Aragona: l’ingannevole risposta su i primi armamenti suoi; la guerra non denunziata, portata mentre fingeva amistà e trattava parentado; l’occupazione ingiusta del reame: con l’arme gliel proverebbe re Carlo. A que’ detti che suonavano slealtà e tradimento, balzò Pietro dal seggio, concitato nei passi, alterato il sembiante; ma in un attimo tornando padrone di sè, gli fea bilanciata risposta: tra lui e ’l conte d’Angiò gli omicidî di Manfredi e Corradino aver già da lungo tempo rotto la guerra: a ragione tener questo reame, per eredità ed elezione de’ popoli: mentir però chi gli apponea tradigione: e sì che il sosterrebbe in duello2. Onde due messaggi inviò a re Carlo, coi quali delle condizioni

  1. * Saba Malaspina, cont., pag. 384.
    • Bart. de Neocastro, cap. 54.
    • D’Esclot, cap. 97.
    • Cron. della cospirazione di Procida, pag. 274.
    • Veggasi anche Montaner, cap. 67 e seg. Il soggiorno di re Carlo a Reggio per tutto questo tempo, è confermato dalla data de’ citati diplomi e dei seguenti altri: Reggio penultimo ottobre, undecima Ind. Ibid. 26 novembre, undecima Ind. Ibid. 1, 5 e 6 dicembre, undecima Ind. Nel r. archivio di Napoli, registro segn. 1283, E, fog. 1, 1 a t. e 4.
    • Bart. de Neocastro, cap. 54.
    • Nic. Speciale, lib. 1, cap. 23, 24.
    • Saba Malaspina, cont., pag. 385, 386, 387.
    • D’Esclot, cap. 99.
    • Montaner, cap. 72.
    • Raynald, Ann. ecc. 1283, §. 5.
    • Diploma di re Carlo, in Muratori, Ant. Ital. Med. Ævi, tom. III, pag. 651. Sul quale e su i due diplomi citati qui appresso, ho corretto lo errore di alcuni storici, che dicon fatta la sfida da re Pietro. Del rimanente la più parte di quegli scrittori si riscontra appunto co’ diplomi.
    I nomi degli ambasciadori di Pietro son portati variamente. Certo che vi fosse il giudice Rinaldo dei Limogi messinese, perchè, oltre l’attestato d’alcuno istorico nostro, leggiamo il suo nome ne’ diplomi. Notisi che il d’Esclot diversifica in qualche circostanza. Secondo lui, due famigliari di Carlo vestiti da frati portavano a Pietro parole d’ingiurie: egli si pose a ridere, e mandò con loro per ambasciatori, suoi cavalieri onorati e d’alto affare, per intender da Carlo se i due finti frati ne avessero avuto mandato; e saputo di sì, questi legati fermarono il duello, e tornarono in Messina con gli inviati di Carlo per ordinarne le condizioni. Montaner al contrario dice il grande sdegno di Pietro al sentirsi dar quelle accuse. Io ho seguito ne’ particolari piuttosto Speciale, Malaspina, e ’l Neocastro; nè è mestieri notar tutte le minute differenze degli altri cronisti.