offerto a Pietro il
trono1; ed ei sceneggiando avea replicato: gradire questa lealtà al
sangue svevo: stargli a cuore la Sicilia: pure gli desser tempo a
risolversi su partito sì grave. Rappresental tosto, dissimulando quel
suo ardentissimo desiderio, agli adunati baroni e notabili dello
esercito; tra’ quali chi consigliava l’andata al bello e facile
acquisto, e chi dissuadeala, mostrando: provocherebbe sul reame
d’Aragona l’ira del papa, le armi di Francia; per ambizione di novella
corona metterebbesi a repentaglio l’antica; essere Carlo potente
troppo; e le genti di Aragona use a battagliar co’ Mori, non contro
cavalleria sì forte; rifinite chieder la patria e il riposo; ripugnare
a una aggression sopra cristiani: e d’altronde come prenderebbesi
guerra sì grande senza la sovrana autorità delle corti di Catalogna e
Aragona? A quegli ostacoli tacque parecchi dì Pietro, nè fiatò perchè
molti, senza tor pure commiato, facean ritorno in patria2: ma
lavorando occulto, prese a poco a poco gli animi de’ principali
dell’oste. Quando ne fu sicurato, rispondeva agli oratori di Sicilia:
accettar la corona secondo gli ordini del buon Guglielmo, e promettere
la difesa3; scrivea al re d’Inghilterra, e forse
- ↑ Geste de’ conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit.
Montaner, cap. 54 e 57, narra assai goffamente questa ambasceria de’ Siciliani, che fa venir con vele negre alle navi, in vesti negre, e dirottamente piangendo ai piè dello Aragonese, implorarlo con parole di paura e servitù. Non s’addicean certo queste abbiette dimostrazioni ai Siciliani del vespro, venuti ad offrire a Pietro una sovranità assai limitata. In fatti D’Esclot, cap. 88, presenta in ben altre sembianze gli ambasciadori, e riferisce i patti della esaltazione. Le testimonianze degli altri istorici portano anche a questo.
- ↑
- Bart. de Neocastro, cap. 23.
- Nic. Speciale, lib. 1, cap. 12 e 13.
- Surita lib. 4, cap. 22.
- Montaner, cap. 57, e d’Esclot, cap. 88, da partigiani del re, tacendo i dispareri, dicon presa la guerra di Sicilia con grande accordo e gioia di tutta l’oste, che fu a un di presso l’esito della faccenda.
- ↑ D’Esclot, cap. 90.