[1282] |
del vespro siciliano. |
171 |
d’Alaimo, senza comprendere che
da tanta altezza di virtù non si precipita al più schifo ed esecrando
vitupero della tradigione. Offrivagli occultamente: perdonata ogni
colpa a Messina, fuorchè a sei de’ più facinorosi; a lui diecimila
once d’oro, rendita di annue once dugento, onori e dignità a suo
grado: mandavagli pergamena bianca col suggello reale: Alaimo
scrivesse. E Alaimo, fattagli fiera risposta, tornava ad esortare i
cittadini; tornava a provveder le difese: e a rallegrar la plebe
afflitta dallo stretto blocco, apriva i granai occultati da
antiveggenza nei primi tempi. Del resto non si patì penuria;
sovvenendo anco la pescagione, sì abbondante che Bartolomeo de
Neocastro l’appone a miracolo1. Messina vincitrice rideasi ormai
dell’assedio, quando l’avvenimento di Pier d’Aragona l’accelerò a
lietissima fine.
- ↑ Bart. de Neocastro, cap. 43.