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[1282] | del vespro siciliano. | 159 |
disfatte altre navi, ne riattano mura e steccati; il borgo di Santa Croce, posto a mezzodì ove in oggi è quel di Zaera, non potendol fortificare, abbandonano. Occupollo al terzo giorno re Carlo; da quella banda ponendo il campo, sì stretto alla città, ch’appena nel partiva il picciol torrente di porta de’ Legni. Egli alberga nel munistero de’ frati predicatori che sorgea sul poggio, da ciò chiamato vigna del re; e fa alzar su i comignoli una torricella di legno, per ispecolare dentro la città, e anco offenderla con macchine. Ma i Messinesi se n’avvidero appena, che dato di piglio a’ mangani, a furia di pietre sconficcaron la torre1: e furon questi i primi saluti all’antico lor principe.
Or se la città debbasi assaltare impetuosamente pria che s’avvezzi al pericolo, o travagliar tanto d’assedio che stanca ed affamata s’arrenda, agitano tra loro i capitani, ristretti a consiglio. I più focosi diceano andarne, l’onor di tant’oste contro una plebe assiepata con legni e macerie, non muta: l’impeto vincer le guerre: a che tardare sì giusta vendetta? Dubbio altri opponea il successo dell’arme: grossa la città: presa d’assalto, metterebberla a sacco i ribaldi2 del campo; e qual pro al monarca? Senza sangue certissimamente s’avrà per tedio o paura. A questo appigliossi Carlo, contro la sua natura feroce; perchè il vinse avarizia, e lusinga che Messina si lascerebbe prender sempre a lusinghe3.
- ↑
- Bart. de Neocastro, cap. 38.
- Nic. Speciale, lib. 1, cap. 5 e 7.
- Saba Malaspina, cont., pag. 368 e 369.
- D’Esclot, cap. 82.
- ↑ Ribaldi si diceano i saccomanni, o i soldati più vili. Questa voce appunto in sua latinità adopra lo Speciale.
- ↑
- Nic. Speciale, lib. 1, cap. 6.
- Saba Malaspina, cont., pag. 369-70.
- Giachetto Malespini, cap. 211.
- Gio. Villani, lib. 7, cap. 68.
- Cron. della cospirazione di Procida, loc. cit., pag. 268.
- Fra Tolomeo da Lucca, Hist. Ecc., lib. 21, cap. 6, in Muratori, R. I. S., tom. XI.