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158 | la guerra | [1282] |
luglio1. Le salmerie, le vittuaglie, i cavalli, indi le genti imbarcò; ultimo egli ascese la sua nave superbamente parata di porpora, che parea tenere in pugno le sorti del mondo; e con tutto ciò, schivato quel formidabil porto di Messina, fe’ porre a quattro miglia ver mezzodì, alla badia di Santa Maria Roccamadore; nuovamente sperando trar lungi i cittadini alla pugna. Ma Alaimo affrenò l’intempestivo ardore, che s’era pur desto. Deluso dunque, attendavasi Carlo; e trucidar fea, dice Neocastro, i monaci della badia, che io nol credo, perchè taciuto dagli altri istorici, e dissonante dai consigli del re, che cominciarono con simular clemenza. Ben lasciò a marinai e soldati metter a guasto il paese, sperando che i Messinesi per salvar le facultà chiedessero accordo; ma fe’ il contrario effetto. Come da Roccamadore infino al torrente di Cammàri sparve il ridente giardino, tagliati gli alberi, stralciate le vigne, saccheggiate masserie e canove, diroccate le case, quanto rubar non poteasi distrutto; e come il dì appresso, mutati gli alloggiamenti, lo sterminio s’avvicinò, i Messinesi che a niente guardavano fuorchè all’onore e alla libertà, con tanto maggior dispetto si fecero a provocar l’Angioino. Appiccan fuoco a settanta galee delle costruite contro i Greci; fabbrican armi delle ferrerie tratte dalle ceneri;
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- Bart. de Neocastro, cap. 38.
- Gli Annali di Genova, in Muratori, R. I. S., tom. VI, pag. 576, portan lo sbarco a 3 agosto, forse confondendolo col cominciamento degli assalti.
- Gio. Villani, lib. 7, cap. 65, seguendo Giachetto Malespini, cap. 211, dice a 6 luglio.
- Saba Malaspina, cont., nota come le ciurme si dessero a mangiar le uve già mezzo mature per la bella esposizione del luogo; il che ne’ primi di luglio non potea certo avvenire.
E ciò sempre più mi conferma della poca fede che meritino il Villani e i suoi guidatori, o seguaci in queste istorie del vespro. - D’Esclot, cap. 82, dice senza data lo sbarco a Santa Maria de Rocha-Mador.