[1282] |
del vespro siciliano. |
151 |
de’ castellani nelle faccende municipali, e lor violenze nei
contadi1. Lusinghe a’ Siciliani eran queste; blandimenti ai popoli
di Puglia e Calabria, che, dalla medesima signoria travagliati, non si
muovessero all’esempio, ma grati e soddisfatti aiutassero il re. E per
vero assai difficoltà nel raccorre quelle feudali milizie ebbe egli a
vincere con la sua passione e potenza2. Aggiunsevi mille Saracini
di Lucera, co’ fanti e’ cavalli di Firenze e d’altre città guelfe di
Lombardia e Toscana; i Francesi, tra vassalli e stipendiati, furono il
nerbo dell’esercito. Genova e Pisa mandaron galee; quelle del regno
s’accozzaron tutte; altre ventiquattro chiamonne di Provenza il re,
poichè la più parte delle preparate alla impresa d’Oriente era chiusa
nel porto di Messina. Forniti inoltre uscieri, teride, trite quanti
abbisognassero a traghettar le genti. Ordinò Carlo che si ritrovasser
le genti a Catona, picciola terra di Calabria, posta sullo stretto di
contra a Messina, ch’egli volea prima assaltare; e mandò innanzi
quaranta galee, e gran copia di grani e altra vivanda, e ogni cosa
bisognevole all’esercito. Quivi poi rassegnò pronti a servir sua
vendetta da quindicimila cavalli e sessantamila pedoni, con
cencinquanta o dugento legni, tra di trasporto e di corso3:
macchina
- ↑ Capitoli del regno di Napoli, 10 giugno 1282. Post corruptionis amara discrimina, pag. 26 e seg.
- ↑ Saba Malaspina, cont., pag. 367.
- ↑
- Gio. Villani, lib. 7, cap. 64, 65.
- Paolino di Pietro, in Muratori, R. I. S., tom. XXVI, pag. 88.
- Anon. chron. sic., cap. 39.
- Saba Malaspina, cont., pag. 367, 368, 381.
- Geste de’ conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit.
- Nic. Speciale, lib. 1, cap. 5.
- Cron. della cospirazione di Procida, loc. cit., pag. 270.
- Montaner, cap. 43.
- Bart. de Neocastro, cap. 32.
- D’Esclot, cap. 82.
- Annali di Genova, in Muratori, R. I. S., tom. VI, pag. 576.
Diversamente essi riferiscono il numero dell’oste. Barlolomeo de Neocastro, magnificator delle lodi messinesi, porta 24 mila cavalli e 90 mila fanti. Speciale novera soltanto le navi a 300. L’Anonymi chron. sic. dice solo: cum magno, immo cum maximo exercitu. Il Villani dà a Carlo «più di 5 mila cavalli e popolo senza numero», e 130 legni grossi, senza contar gli altri di servigio. Saba Malaspina, cont., pag. 381, 60 mila fanti dopo le stragi dell’assedio. Montaner 15 mila cavalli, e 100 navi, e fanti senza numero. D’Esclot 15 mila cavalli, 150 mila fanti, e 80 tra teride e galee, senza i legni minori, nè le grosse navi. Il frate autore delle Geste de’ conti di Barcellona, a cap. 28, nella Marca Hispanica del Baluzio, dice 14 mila i cavalli di re Carlo. Scrivean 60 mila fanti e 22 mila cavalli gli Annali di Genova, aggiugnendo ut comuniter fertur ab omnibus. In questo luogo degli Annali di Genova è da notare che, certo per error di copia o di stampa, si dice portato quest’esercito dal Dictus vero rex Petrus, quando il capitolo parla dell’Angioino, e dello sbarco a Santa Maria di Roccamadore; e di re Pietro avea già narrato l’arrivo a Trapani, e tante altre particolarità da non lasciar luogo a dubbio. La Cron. an. sic. porta 15 mila cavalli.