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viij | prefazione. |
interruzione infin dal secolo XI, ma par cucirono nelle nuove fogge, pochi stracci dell’antico manto di porpora; perchè non si potè fare a meno di mantener qualche ultima franchigia nell’ordine giudiziale e amministrativo della Sicilia: e franchigia è per certo, la promessa data chiaramente nello statuto dell’11 dicembre, che il re convocherebbe il parlamento di Sicilia, se dovesse accrescere i pesi pubblici oltre la somma decretata dall’ultimo parlamento.
Così veggonsi per cinque secoli e mezzo, non solamente nel dritto pubblico, ma fino nel fatto degli ordini pubblici di Sicilia, comechè sempre decrescenti, gli effetti di quel potente movimento popolare del secol XII. Se ne potrebbero al pari scerner le vestigie nell’indole del sicilian popolo d’oggi, se fosse agevole, come quella delle istituzioni, l’analisi delle cagioni naturali e sociali onde nascono i costumi d’un popolo. Ma in tale investigazione gli effetti del vespro andrebbero confusi con l’indole che produsse il vespro; della quale ognun può vedere i lineamenti nella generazione che vive. E forse perchè son nato in Sicilia e in Palermo, io ho potuto meglio comprendere la sollevazione del 1282 sì com’essa nacque, repentina, uniforme, irresistibile, desiderata ma non tramata, decisa e fatta al girar d’uno sguardo.