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[1282] | del vespro siciliano. | 117 |
o licenza, a lei si fa come a richiedere d’armi nascose; e le dà di piglio; le cerca il petto. Svenuta cadde in braccio allo sposo; lo sposo, soffocato di rabbia: «Oh muoiano, urlò, muoiano una volta questi Francesi!» Ed ecco dalla folla che già traea, s’avventa un giovane; afferra Droetto; il disarma; il trafigge; ei medesimo forse cade ucciso al momento, restando ignoto il suo nome, e l’essere, e se amor dell’ingiuriata donna, impeto di nobil animo, o altissimo pensiero il movessero a dar via così al riscatto. I forti esempi, più che ragione o parola, i popoli infiammano. Si destaron quegli schiavi del lungo servaggio: «Muoiano, muoiano i Francesi!» gridarono; e ’l grido, come voce di Dio, dicon le istorie de’ tempi, eccheggiò, per tutta la campagna, penetrò tutti i cuori. Cadono su Droetto vittime dell’una e dell’altra gente: e la moltitudine si scompiglia, si spande, si serra; i nostri con sassi, bastoni, e coltelli disperatamente abbaruffavansi con gli armati da capo a piè; cercavanli; incalzavanli; e seguiano orribili casi tra gli apparecchi festivi, e le rovesciate mense macchiate di sangue. La forza del popolo spiegossi, e soperchiò. Breve indi la zuffa; grossa la strage de’ nostri: ma eran dugento i Francesi, e ne cadder dugento1.
Alla quieta città corrono i sollevati, sanguinosi, ansanti, squassando le rapite armi, gridando l’onta e la vendetta:
- ↑
- Nic. Speciale, lib. 1, cap. 4.
- Bart. de Neocastro, cap. 14.
- Saba Malaspina, cont., pag. 354.
- Montaner, cap. 43.
- D’Esclot, cap. 81.
- Annali Genovesi, in Muratori, R. I. S. Tom. VI, pag. 576.
- Giachetto Malespini, cap. 209.
- Gio. Villani, lib. 7, cap. 61.
- Cron. anonima della cospirazione di Procida, loc. cit, pag. 264.
Veggansi ancora gli altri contemporanei citati nell’appendice.