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114 | la guerra | [1282] |
Nuovi oltraggi de’ Francesi in Palermo. Festa a Santo Spirito il dì 31
marzo: sommossa: eccidio feroce per la città. Gridasi la repubblica.
Sollevazione di altre terre. Adunanza in Palermo, e partiti gagliardi
che prende. Lettere de’ Palermitani ai Messinesi, i quali seguon la
rivoluzione. Ordini pubblici con che si regge la Sicilia, e si prepara
alla difesa. Opinione sulla causa prossima di questa rivoluzione.--Marzo
a giugno 1282.
I Siciliani maledissero e sopportarono infino a primavera del
milledugentottantadue. Nè gli appresti di guerra in Ispagna si vedean
forniti; nè in Sicilia, se alcun era che li sapesse, potea aver luogo
a prossime speranze. Stavan sul collo al popolo gli smisurati
armamenti di re Carlo contro Costantinopoli: l’isola imbrigliavano da
quarantadue castelli regi, posti o in luoghi foltissimi, o nelle città
maggiori1, e più numero che ne teneano i feudatari francesi2:
raccolti e in sull’arme gli stanziali: pronte a ragunarsi a ogni cenno
le milizie baronali, ch’erano in parte di suffeudatari stranieri. E in
tal condizione di cose, che i savi meditando e antiveggendo non
avrebbero eletto giammai ad un movimento, gli officiali di Carlo
prometteansi perpetua la pazienza, e continuavano a flagellare il
sicilian popolo.
La pasqua di resurrezione fu amarissima per nuovi oltraggi in Palermo; capitale antica del regno, che gli stranieri odiarono sopra ogni altra città, come più ingiuriata e
- ↑ Veggansi le liste de’ castelli regi a p. 99 e seg.
- ↑ Parlandosi di tempi feudali questo non ha bisogno di prova. Nondimeno ricorderò il castel di Calatamauro, alla cui distruzione collegaronsi i Corleonesi e i Palermitani; e quel di Sperlinga, ove i Francesi fecer testa: i quali erano fortissimi senza dubbio, e pur non leggonsi nella lista dei castelli del re.