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[1277-81] del vespro siciliano. 89

pensiero incusava di viltà ogni differimento alla vendetta: e pregava Costanza, e sdegnavasi, e chiamava dappoco lo sposo, e ai figliuoli insegnava che careggiandolo, e abbracciandogli le ginocchia, ricordassero senza stancarsi l’invendicata morte dell’avolo1. Sorridea Pietro; e a disegni, non a querele, si ristringea con Ruggier Loria, Corrado Lancia, e Giovanni di Procida2.

Di questi il primo, nato di gran legnaggio, nella terra di Scalea in Calabria3, imparentato colla siciliana famiglia de’ conti d’Amico, e signor di feudi in Sicilia e in Calabria4, venuto era fanciullo seguendo la regina Costanza, con madonna Bella madre sua, nutrice della reina; e a corte d’Aragona si era educato nelle armi e nelle astuzie. Pietro molto amore gli pose; il fe’ cavaliere con Corrado Lancia, giovanetto congiunto della reina; e una sorella di Corrado a Ruggiero sposò. I due cognati prestantissimi

    • Bart. de Neocastro, cap. 16.
    • Veggansi anche, Montaner, cap. 37.
    • Saba Malaspina, cont., pag. 342.
    • Geste de’ conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit.
  1. Saba Malaspina, cont., pag. 340 a 342.

    Per vero egli non scrive il nome di Corrado Lancia, ma solo di Loria e Procida, e, aggiugne, altri usciti italiani. Ma ritraendosi dal Montaner la grande riputazione di Corrado a corte d’Aragona per armi e consiglio appunto in questo tempo, non è dubbio che quel nobile siciliano avesse partecipato in tutti i disegni.
  2. Diploma negli archivi della corona aragonese, citato dal Quintana, Vidas de Españoles celebres, Paris, 1827, tom. I, pag. 93.
  3. Bart. de Neocastro, cap. 87.

    Nel r. archivio di Napoli, reg. di Carlo II segnato 1291, A, fog. 88, si legge un diploma dato il dì 8, forse di gennaio 1275 o 1276, ch’è un attestato del servigio feudale prestato a Capua da Riccardo Loria per sè, Giacomo, Roberto, Ruggiero, e due donne tutti della stessa famiglia, che aveano diviso tra loro i castelli di Loria, Lagonessa e Castelluccio in Basilicata.

    Ruggier Loria fu nipote di Guglielmo d’Amico, primo marito di Macalda Scaletta. Villabianca, Sicilia nobile, part. 2, lib. 3, pag. 528 e 529.