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[1277-80] | del vespro siciliano. | 85 |
accagionando il Paleologo di questi turbamenti medesimi, e sleale chiamandolo, e falso nella ritrattazione dall’eresia. Contuttociò il pontefice gli negò sempre favore alla impresa1: ond’ei si volse a sfogar contro gli occupatori di Soria la rabbia e il natural talento di rapacità: mandovvi Ruggier Sanseverino conte di Marsico, con titol di vicario del reame di Gerusalemme, e genti e navi, che dalla presa di Acri in fuori, tornarono senza alcun frutto2. Tra Niccolò e Carlo privato sdegno rinvelenì l’odio di stato, quando chiesta dal papa per un suo nipote una donzella di casa d’Angiò, ricusavala Carlo. «Perch’ei s’abbia rosso il calzamento, rispose stracciando le lettere di Niccolò, suo principato non è retaggio; non può il suo mescolarsi col sangue de’ reali di Francia.» Que’ detti, riportati, furon punta di coltello al cuor del pontefice, che tenea la gente Orsina niente inferiore a casa d’Angiò, e sè molto di sopra: onde serbolli a rugumarne e alimentare lo sdegno; ancorchè durassero tra lui e ’l re le sembianze di pace3, per mutua simulazione, e perchè quegli in ogni altra cosa usò riverente col pontefice, ondeggiando sempre tra ambizione e paura del Cielo. Ma non era uom per
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- Muratori, Ann. d’Italia, 1277 a 1280.
- Raynald, Ann. ecc., 1277 a 1280.
- Saba Malaspina, cont., pag. 338.
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- D’Esclot, cap. 64.
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- Ricordano Malespini, cap. 204.
- Gio. Villani, lib. 7, cap. 54.
- Cronaca sic. della cospirazione di Procida, in di Gregorio, Bibl. arag. tom. I, pag. 254.