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84 | la guerra | [1277-80] |
modo ripigliava con maggior vigore tutte le antiche ambizioni; e circuiva a ciò ogni conclave con violenza ed inganno, quando l’anno settantasette, abbassata tra’ cardinali la parte francese, valse più della malizia di lui l’italian consiglio, che condusse al pontificato Niccolò III1.
Di grande animo, di smisurati pensieri fu Niccolò2; superbo, sagace, chiuso nei disegni, veemente all’oprare, non curante della giustizia ne’ mezzi purchè il fine conseguisse, ch’era ingrandir la Chiesa per ingrandire gli Orsini; e a nobile effetto il menava: sgombrare l’Italia d’ogni dominazione straniera. In Italia disegnava fondar novelli reami, e darli ad uomini di sua schiatta: vedeva ostacoli a questo l’imperatore e il re; battea dunque Carlo con Ridolfo; Ridolfo con Carlo; ambo con l’autorità della Chiesa. Al Tedesco strappò la concessione della Romagna, tenuta infino allora feudo imperiale: tolse al Francese l’uficio di senator di Roma, il vicariato di Toscana; e con forte mano il trattenne dall’impresa di Grecia, ch’egli sempre più affrettava; fomentando da un canto gli scandali tra i Greci intolleranti del domma nuovo, mal insinuato con le prigioni, gli accecamenti, e i patiboli; e dall’altro canto