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città alcune liste stampate di nomi per la Giunta, una forse diversa dall’altra, senza che vi fosse sotto alcun nome, il quale ne indicasse la provenienza. In molte di queste liste — se non forse in tutte — io vi trovava sempre il mio nome. Era dunque evidente che diversi gruppi di cittadini si stavano preoccupando della formazione della Giunta.

Mi condussi presso il Generale Masi, e vi trovai installato — non so in quale qualifica — il Cav. David Silvagni, e vidi nelle sale molti cittadini romani, fra i quali notai i signori Augusto Silvestrelli, Vincenzo Tittoni, Felice Ferri, D. Ignazio dei Principi di Piombino, D. Emmanuele dei Principi Ruspoli, e tutti manifestamente si stavano occupando di concretare una lista definitiva per la Giunta. Tutti ammisero, ch’era indecoroso per Roma, che non si costituisse il più presto possibile un’autorità cittadina; e mi parve che tutti convenissero nelle idee da me chiaramente manifestate di non fare, cioè, quistione di partito politico; e fui da ognuno interessato — in particolar modo dal Generale Masi — perchè volessi anch’io dar mano, onde si formasse questa Giunta, la quale riuscisse accetta alla maggioranza del paese. Io conclusi, che avremmo ottenuto questo scopo qualora tutti fossero convenuti alle 7 della sera in Campidoglio; ed insistetti molto su questo, sopratutto coi signori Augusto Silvestrelli e Vincenzo Tittoni, ch’io poteva supporre pensassero, non riuscirmi essi molto graditi.

Uscito dal Generale Masi, io doveva ad ogni momento fermarmi con un gran numero di persone, le quali si meravigliavano non essersi ancora costituita la Giunta; e fui invitato d’intervenire alle 4 pomeridiane ad una riunione numerosissima di cittadini, tenuta nel Palazzo Bernini al Corso, che aveva provvisoriamente assunto il nome di Circolo popolare, e che oggi si chiama Circolo Romano.

Quando io entrai nella sala, la riunione era presie-