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78 hk GIOVENTÙ DI CATERINA DE* MEDICI.

gli ordini dei reggitori. Andate, rispose Caterina^ e dite ai miei signori e padri che io voglio farmi monaca, e vivere per tutta la vita fra queste re- verende madri. Messer Salvestro disse quel che gli parve più acconcio ad acquietare Caterina, e quelle chele erano intorno : volevasi, diceva egli, condurla ove fosse più sicura; il chiostro in cui si trovava , lontano pochi passi dalle mura citta- dine, essere troppo esposto in caso di un assalto; in Santa Lucia, fondazione della sua famiglia, at- tenderla un accoglienza egualmente benevola, e un trattamento simile a quello che qui riceveva; esser già stata colà, e saper questo per propria esperienza : ma ciò nulla valse. Alle proteste di Caterina di non voler abbandonare il chiostro, si unirono le preghiere delle monache , le quali at- torniarono piangendo messer Salvestro: volesse lasciar la fanciulla dov^ella era, invece di esporla ad una morte certa in mezzo al disordine che regnava nella città«sollevata. Elle s' inginocchia- rono insieme, chiedendo al Cielo lo scampo della loro raccomandata. L' Aldobrandini vedendo che le buone parole a nulla giovavano , tornò alla Si- gnoria , e rese conto della commissione andata a vuoto.

Allora fu subitamente spedito ordine perento- rio alla Badessa di uniformarsi alla volontà della Si- gnorìa. Poco dopo, il 20 di luglio, messer Salvestro comparve di nuovo sulla sera nel convento delle

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