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LA GIOYENTÒ DI CATERINA OE* MEDICI. 75

nierino di paste in nome della Badessa, ed anche di Caterina. Ora poi andarono oltre. Nel foado del panierino esse figuravano o con fiori o con altro le palle medicee. Parecchi fra i prigionieri riceverono tali panierini. Vuotati che furono, il carceriere vide gli stemmi, e andò a denunziarlo al magistrato dei Signori Dieci di libertà, i quali in quel tempo procelloso eratisi recato alle mani tutto quasi il potere esecutivo.

XI.

Nel Consiglio se ne menò un gran rumore, e se ne fecero da una parte e dall’altra molti discorsi. Gli uni dice^^no, e con ragione, ch’ella era una fanciullaggine, gli altri richiedevano misure estreme: le più pungenti parole si udivano sui Medici e i loro aderenti. Ma contro ogni aspettativa la risoluzione fu favorevole agli stessi prigioni, poiché non potendosi ammettere in cosa tale un’imprevidenza, furon d’accordo nel considerarla come un intrigo a danno di quei cittadini. I quali in conseguenza furono liberati: però nello stesso tempo fu risoluto di non lasciar più Caterina fra quelle monache. Crescendo di numero e di forze la parte medicea, si correva il pericolo che- la fanciulla o fosse rapita dagli aderenti alla medesima, o liberata da un colpo di mano degli assediatori. La posizione del con