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gli Ugonotti) avesse iogranditi e favoriti, non aiVrieDO potuto fare qnello che hanno fatto. Di pttt, egli i un tempo adesso in Francia, che ognun si presume; e tutto quel che s* immagina, domanda arditamente; ed essendogli negato, grida e riversa la colpa sopra la Regina, parendo loro che, per essere eUa forestiera, quantunque ella donasse ogni cosa, non per questo darebbe niente del suo. À lei ancora sono sempre state attribuite le resoluzioni fatte in pace o in guerra, che non sono piaciute, come se ella governesse da sé assolutamente, senza il parere e consiglio d* altri. Io non dirò che la Regina sia una Sibilla, e che non possa fallare, e che Saa Maestà non creda troppo qualche volta a sé stessa; ma dirò bene ohe non so qual prencipe più savio e più pieno d* esperienza non avesse perduta la serima, vedendosi una guerra alle spalle, nella quale difficilmente potesse discernere 1* amico dal nemico; e volendo provedere, fosse costretto prevalersi delr opera e consiglio di quelli che gli stanno intorno, e questi conoscerli tutti interessati, e parte poco fedeliTorno a dire che non so qual prencipe si prudente non si fosse smarrito m tanti contrari, non che una donna forestiera, senza con6denti, spaventata, che mai sentiva ima verità sola. E quanto a me, mi sono maravigliato, che ella mm si sia confusa, e datasi totalmente in preda aduna delle parti; che saria stata la total rovina di quel regno. Perchè essa ha conservato pur quella poca maestà regia che si vede ora a quella Corte. — So bene che é stata veduta nel suo gabinetto a piangere più d*una volta: poi, fatta forza a sé stessa, asciugatisi gli occhi, con allegra faccia si lasciava vedere nei luoghi pubblici, accioQcbè (uelli che dalla