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LA GIOVENTÙ DI CATERINA DE’ MEDICI | 3 |
pello o dalla squadra di lui, troverà nei medicei sepolcri un interesse psicologico più profondo assai di quello, che sotto il mero aspetto artistico vien dato ad essi da quelle forse troppo pregiate forme feminili. Fra le statue di questo monumento la più insigne è quella del duca d’Urbino.
Grandi progetti aveva Leon X su questo figlio del suo fratello. Quando ei salì al trono pontificale erano già ottant’anni che la famiglia dei Medici, avvantaggiatasi rapidamente e continuamente per via del commercio e delle arti della pace, aveva preso radice nella benevolenza del popolo, e nell’adesione d’una parte di quelli, che dalla bassa plebe si distinguevano: onde nella repubblica di Firenze, repubblica democratica e forte sì, ma divisa, godeva un posto, il quale senza dare ad essa un titolo legittimo e proprio, le accordava il più possente influsso sull’ordinamento interno e sulle relazioni esteriori.
Il nome dei Medici, sulla significazione e l’origine del quale tanto e tanto inutilmente si è disputato, si conosceva già fin dal secolo decimo terzo. Essi appartenevano ad una famiglia popolana che allora non aveva nè considerazione, nè ricchezza, nè stato. Sul principiare del secolo seguente noi li troviamo già ad occupare i più alti impieghi delle arti; ed era un tempo in cui le compagnie delle arti immedesimandosi col governo, l’appartenere a tali compagnie assicurava