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LA GIOVENTÙ Di CATERINA DE' MEDICI.

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I.

Nella cappella de’ Medicei depositi, che il pontefice Leone X fece cominciare da Michelangiolo Buonarroti, allorquando la speranza della durevole grandezza, e dell’alto splendore di quel ramo della sua famiglia dal quale ei discendeva, per parecchie improvvise e immature morti seguíte una dopo l’altra era spento, veggonsi uno dirimpetto all’altro due monumenti di mole e di forma uguale. In uno di essi riposano sul sarcofago due figure allegoriche: le quali, a ciò che si crede, rappresentano l’Aurora e il Crepuscolo, simboleggianti la fine immatura, e la rapida sparizione di ardite speranze. Sulla parte superiore, nella nicchia, siede in attitudine cogitabonda, colla di ritta posata sulle ginocchia, e il mento appoggiato sulla sinistra, in arme di cavaliere, e coperta di elmo la testa, una figura virile: è giovane d’età, eppure profondamente serio, e quasi lo diresti pieno di pensieri, e di dolorosi


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