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«pMBO piil che volta al pubblico bene , sonosì v«ndieata io lei; e Ìd lei pure si k voJuLo addi- rittura riconoscerp la personificazione della dis- Uraziata politica degli ultimi Valois , dei quali Tu ' idtlto (^ stavano con un pìh nella tomba, coll'al- iro nel sangue : la sua previdenza si è chiamata diffidenza, l'avvedutezza furberia, la costanza ostinazione, il coraggio vendetta. La mancanza totale di motivi essenzialmente morali ha fatto porr» anche di troppo in non cale quel che a lei dovè la monarchia franccf^e. Appena abbandonalo il periglioso cammino, sul quale fin dai tempi di Carlo Vili l'aveva condotta l'avidità di possedi- menti italiani e la rivaliti) colla casa di At>sburgo, piombò questa monarchia nel tumulto della guerra intfistina, la quale piìi ancora che una guerra re- ligiosa, fu una lotta di signoria: sola Caterina de' Medici la tenne unita nella contesa fra la Co- rona, gli Ugonotti, e la casa di Guisa, n Se ella non fosse, scriveva l'incaricato d'afTari fiorentino un anno innanzi la morte di lei, si sentirebbero di più gravi rumori che sentiamo. Dio ce la conservi ! »'" Alcuni anni prima un ambasciatore vene- ziano, Girolamo Lippomano, esprimevasi riguardo a Caterina de' Medici colle seguenti parole, nelle quali chiaramente apparisce i' impressione che il predominio di uno scopo puramente politico ta- ceva nella sua volontà, e nelle sue opere tutte ri- guardo agli Italiani. "° » E stimata donna di tanto

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