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rio si adempiè quella eh' egli certo allora non nu- triva, r innalzamento^ vo' dire, di Caterina sua nipote alla reale dignità. Chi atnmette che a Marsiglia si tenesse colloquio di una nuova guerra della Francia contro F Imperatore, non va. forse lungi dal vero. Ma Clemente VII rimase fedele anche in questo all'antico suo sistema del tem- poreggiare, cercando di mantenere l'equilibrio fra le due potenze. Qualunque cosa poi egli possa aver conceduto oralmente al Re , certo non ci fu*xla ottenere alcuna obbligazione scritta. ^'^ Francesco Guicciardini, il quale cosi spesso nelle pubbliche e domestiche faccende era il consigliere d' un Papa, eh' ei non stimava né amava, ma da cui non mai gli riesci di staccarsi, benché fórse lo conoscesse meglio d'ogni altro; Francesco Guic- ciardini per sorte e per vizio d' indole spinto a farsi l' aperto propugnatore di un sistema e di un contegno, al quale i suoi principii politici do- vevano essere diametralmente opposti, fu colui che fece di tutto affinché Papa Clemente non sì lasciasse andare ad una lega francese contro l'Im- peratore.*" L' unione con la Francia, sul finire di una vita cosi tempestosa, portò splendore alla famiglia del Papa, ma non se ne ottennero, nep- pure com' ei l'intendeva, dei beni politici. Carlo V rimase come prima dominatore in Italia. Il Re Francesco poi,. il quale non molto tempo innanzi di abboccarsi col Papa aveva ricevuto in Le Puy