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LA GIOVENTÙ DI CATEEIIfA DE* MEDICI. 429

ciato già il 27 di maggio : ma si disse eziandio che in gran parte fix erogato nel dotare Caterina. *^^

Il Re^ dal canto suo assegnò in sulle prime al Principe un'entrata annua ^di cinquantamila lireUHnesi: diecimila lire, oltre un palazzo a Gien sulla Loica; doivevano comporre V appannaggio ve- dovile di Catana. Gien neir Orleanese era stato conceduto da Carlo VII al celebre, Giovanni di Dunois, e quando nella guerra inglese il bastardo d'Orléans passò la Lotre , Gien fu la prima città che accolse il re di Francia. Più tardi appar- tenne ad Anna di Beaujeu sorella di Carlo Vili, reggente del regno. Che se si aggiungono a que- sto conto i possedimenti francesi della madre , la sposa non poteva certamente chiamarsi povera, come con modo sprezzante le rimproveravano i Francesi. Allorché nella consegna della dote il te- soriere francese fece vista di essere del mede- simo parere, Filippo Strozzi disse in presenza di parecchi signori : La dote non è poi tanto piccola, particolarmente se si computano i tre gioielli che il Papa donerà fra poco alla nipote : Genova, Mila- no, e Napoli. Non credete voi che queste gemme sieno degne d' una figlia di re?

Il Papa non diede a Caterina quei gioielli: ed è una vicenda notabile della sorte, che quel me- v desimo re francese a cui Y unione con una italiana doveva assicurare possedimenti nel territorio della penisola, poco innanzi il suo fine, pel trattato diCar

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