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nalla di simile alla finitezza tecnica di questo lavoro; il quale, tornato oggi alla «óa patria ita- liana, è il più prezioso fra i tesori della colle- zione ricchissima della Galleria di Firenze. Come ci sia tornato non si sa. È noto però che nella prima metà del secolo decimosettimo era in Fi- renze; e non è congettura priva 4i fondamento che questo maraviglioso lavoro, il quale doveva trovarsi nella collezione di cose preziose fatta nel Louvre dal're Carlo IX figlio di Caterina, durante la guerra della Lega, la quale privò la Francia di tanti begli oggetti, venisse a smarrirsi, e fosse venduto in Italia. Nel modo medesimo sotto gli ultimi Medici molti quadri italiani tornarono dalla Germania e da' Paesi bassi.*"

Cosi venne messo insieme il corredo di- Ca- terina, in correspettività del quale ella renunziò con formale contratto a tutti e singofì i diritti che avesse potuto affacciare per eredità paterna<aibeni privati della famiglia dei Medici, o in qualunque altra guisa esser potesse."' La città di Firenze però dovè pagare una parte di questo corredo, quindi nel luglio fu imposto un prestito forzato, nienti^ meno che del dodici per cento; cosicché parecchi cittadini vennero tassati in cento a cinquecento scudi d* oro , e V imprestito produsse una somma di trentacinquemila scudi. Il denaro, si disse, era destinato per fabbricare la fortezza di San Gio- vanni Batista, a lavorar nella quale erasi comin-