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LA GIOVENTÙ DI CATERINA DE* MEDICI. 415

eevole; essendo riputato avaro, di poca fede^’e alieno di natura da beneficare gli uomini. Però, benché nel silo pontificato creasse trent’uno cardinali, non ne creò alcuno per satisfazione di sé medesimo, anzi sempre quasi necessitato, eccetto il Cardinale de^ Medici, il quale ( oppresso allora da pericolosa infermità, e in tempo, che morendo lasciava i suoi mendichi o destituiti di ogni presidio ) creò piuttosto stimolato da ailtri, che per propria e spontanea elezione: e nondimeno nelle sue azioni molto grave, molto circospetto, e molto Vincitore di sé medesimo, e di grandissima capacità, se la timidità non gli avesse spesso corrotto il giudizio.»

Colui medesimo che lasciò scritte queste gravi parole, quegli fra i politici italiani del tempo, il quale ebbe le migliori opportunità di esercitare, e mostrare nell’alto stato in cui trovavasi il suo politico accorgimento, mentre come scrittore lasciava un monumento immortale di tanta intellettuale altezza, quanta se ne può avere senza profonda e vera dignità morale; colui, dico, apprezzando pure la rara fortuna di Leone X, notò, dopo la morte di quel papa, com^ egli avesse mal corrisposto alle aspettative che eransi svegliate nell’occasione del suo innalzamento: notò ch’ei si era mostrato molto più accorto, ma eziandio molto men buono di quel che il mondo non lo credeva. Le quaU