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XIX
Forse favole ciò si crederà
Ma zitti, pensier mio questo non fù,
Un Filosofo il disse, e ver sarà
A un Uomo tal si crede sempre più,
Se un Filosofo il disse non potrò
Anch’io asserirlo? oh bella, e perchè no!
XX
Ma discorriamo un poco in sentimento
Ne ce n’andiamo tanto in ciarle vane,
Le meraviglie adesso vi presento
D’ogni specie, sian belle, brutte, o strane,
Ch’ornan la Galleria del gentil sesso,
Zitti, ch’ora vi mostro il primo ingresso.
XXI
L’occhio a sinistra rivolgete, e a destra
Quà le grazie, gl’incanti, ed il diletto,
La finzion delle Donne gran maestra
Risiede in mezzo, e presso lei il dispetto,
Quà la menzogna con armata mano
Caccia l’oppressa verità lontano.
XXII
Questi son gl’ornamenti dell’ingresso;
Venite pure meco amici avanti,
E troveremo nella stanza appresso
L’equivoche parole, i mesti pianti,
Le insidie allettatrici, i tradimenti,
Le convulsioni, e finti svenimenti.