Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
252 | Conclusione |
riche elettriche positive, che sembrano inerenti alla massa materiale dell’atomo, mentre la massa degli elettroni sembra tutta di origine elettromagnetica.
Così nel processo d’analisi dai corpi di grande mole si discende alle molecole, da queste agli atomi, dagli atomi agli elettroni. In questo processo il numero delle specie diverse va diminuendo rapidamente. I corpi di grande mole sono in numero immensamente grande pur essendo finito, il numero di molecole di composizione chimica specificamente diversa è molto grande ma senza paragone più piccolo del numero dei precedenti. Se scendiamo agli atomi il numero delle specie conosciute è, non solo numerabile e finito, ma relativamente piccolo, circa novanta specie diverse: e finalmente i corpuscoli ultimi sono tutti eguali fra loro, o al più di due specie: i corpuscoli negativi, e quelli positivi. Questo processo di analisi è dunque un processo verso l’unità.
Quale sia la natura dell’ultimo elemento che riscontriamo, l’elettrone, non sappiamo dirlo; certo è la sede di fenomeni elettromagnetici; i fenomeni dell’emissione di energia sono quasi esclusivamente dovuti agli elettroni, e d’altra parte quando si ricerca quale sia la vera massa materiale di questo elemento non si ritrova niente, tutta la sua inerzia apparisce di origine elettromagnetica. Non è dunque a quanto sembra altro che etere, ma un elemento singolare di etere, un nodo dell’etere, come diceva il Lodge, o forse un vortice di etere. Dall’elettrone sembra dunque potersi scendere direttamente all’etere.
Ma che cosa è l’altra parte materiale dell’atomo? Quelli che hanno supposto la massa elettrica positiva concentrata in un nucleo positivo, e sono andati a misurare le dimensioni che deve possedere tale nucleo, hanno riscontrato dimensioni molto più piccole di quelle dell’elettrone stesso. Eppure l’atomo pesa ed ha dimensioni, e i corpuscoli positivi che escono dalle sostanze radiattive pesano anche essi, come