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L’esperienze dei Ramsay 245

non si può dire abbiano dato fin qui risultati definitivi, tuttavia non possono essere trascurate.

Egli ricorreva, per la frantumazione degli elementi, all’azione degli atomi di elio. Questi, che non sono altro che particelle , possiedono, come sappiamo, un’energia grandissima, per cui passano con grande felicità attraverso gli atomi dei corpi e li disgregano, e non si arrestano se non dopo aver compiuto un’opera di distruzione molto vasta. È dunque il mezzo più potente che si conosca la demolizione di sistemi così stabili come gli atomi. Ma da questa demolizione, in condizioni opportune, e date le azioni scambievoli che possono esercitare tra loro gli elementi che costituivano l’atomo, possono sorgere altri edifici più o meno complessi, altri atomi.

I risultati più importanti e più accertati che il Ramsay e i suoi collaboratori hanno ottenuto, sono riassunti in una conferenza da lui tenuta alla Società chimica italiana in Roma1. Egli è riuscito a costruire il neon dall’azione dell’emanazione del radio, che viene chiamata niton, sull’acqua. Sembra che in quest’azione un atomo di elio si unisca ad uno di ossigeno e diano il neon. Il peso atomico di questo elemento è 20, ed è appunto eguale al peso di un atomo di ossigeno (16) più uno di elio (4).

L’azione dell’elio sullo zolfo ha dato argon, e questo stesso elemento si è ottenuto facendo agire l’idrogeno sullo zolfo. Alcuni sali di rame in soluzione trattati con niton hanno prodotto litio.

Anche i raggi catodici possono dare effetti analoghi. Così la loro azione sul vetro in presenza di idrogeno ha prodotto elio e neon, mentre agendo sul selenio sembrano aver sviluppato idrogeno, mercurio, cripton.

L’azione del niton poi su alcuni corpi semplici come

  1. Ramsay, Rend. Soc. chim. ital. serie II, v. 5, p. 145 (1913).