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Struttura dei cristalli 223

piani. I punti materiali riflettenti devono essere disposti su di essi. Se questi punti sono tutti omogenei, come nel caso di una sostanza semplicemente monoatomica, con ciò soltanto viene individuata completamente la distribuzione degli atomi del cristallo.

Quando la natura della sostanza non è così semplice, allora si accumulano le complicazioni nell’assegnare la distribuzione degli atomi. L’esperienza dimostra che i vari atomi che costituiscono una molecola non sono così ravvicinati fra loro da costituire una unità molto distinta e lontana sufficientemente dalle altre per essere individuata senza difficoltà. Molto meno si può pensare che tutti gli atomi appartenenti ad una stessa molecola siano distribuiti nello stesso piano.

Bisogna dunque dapprima decidere se i valori trovati per d corrispondono alla distanza per piani realmente identici, sui quali saranno perciò nuclei di materia eguale, oppure fra piani soltanto successivi, sui quali possono trovarsi di materia diversa.

Per sciogliere tale questione non basta soltanto studiare le riflessioni di 1° ordine, ma spingersi anche alle successive e determinare il modo di variare delle intensità relative.

Conosciuto questo e conosciuta la natura degli atomi riflettenti si hanno in generale i dati sufficienti per individuare la distribuzione cercata. Un esempio ne abbiamo visto nel caso del salgemma. Quando i piani successivi, pur non essendo identici, contengono egual numero di atomi ed egualmente efficaci, i piani si possono ritenere identici per ciò che riguarda il fenomeno. L’intensità della riflessione prodotta da ciascun atomo risulta da tutte le esperienze proporzionali al peso atomico dell’atomo stesso.

Le condizioni che influiscono sul fenomeno sono: il numero di atomi contenuti in ciascuna molecola, il loro peso atomico, la loro posizione nella molecola. Quello che si ricerca con queste esperienze è