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208 | IX. I raggi X e la costituzione dei corpi |
nell’ipotesi, devono potersi adoperare cristalli per lo studio della diffrazione dei raggi X. Il Laue comunicò la sua idea ai due fisici W. Friedrich e P. Knipping che la tradussero in una ricerca sperimentale1. L’esperienza era così disposta. Si faceva penetrare un fascio sottile di raggi X per una piccola finestra in una camera di piombo. Nell’interno di questa e perpendicolarmente al cammino dei raggi veniva disposta una lamina di cristallo, e precisamente una lamina di blenda dello spessore di mezzo millimetro, tagliata perpendicolarmente alla faccia del cubo (100). Al di là della lamina erano disposte varie lastre fotografiche, due parallelamente alla lamina, ed altre orientate in vario modo, per raccogliere le impressioni luminose che potessero formarsi nei vari azimut. Le lastre parallele al cristallo rivelarono la formazione dell’immagine centrale dovuta alla trasparenza diretta, e una serie d’immagini laterali disposte a varie distanze intorno a quella centrale, conforme alla simmetria quaternaria dell’asse, e d’intensità crescente. Le due lastre erano del tutto simili rispetto alla distribuzione delle immagini, variava soltanto la distanza di queste, come richiedeva la varia distanza che le lastre avevano dalla lamina; la dimensione delle singole immagini era la stessa per tutte, ciò che provava il parallelismo dei raggi inviati sulla lastra. L’esperienza così confermava pienamente le previsioni. Se si ripeteva con una lamina tagliata normalmente ad un asse di simmetria ternaria la distribuzione delle immagini presentava la simmetria di questo grado.
Il Laue costruì anche una immagine teoria del fenomeno, che riproduceva quasi esattamente la figura di quella sperimentale. La teoria era fondata sull’ipotesi che i singoli atomi
- ↑ W. Friedrich, P. Knipping e M. Laue, Interferenz-Erscheinungen bei Röntgenstrahlen ecc. Sitzungsber. d. k. Bayer. Akad. d. Wiss. 1912, p. 303 e p.363