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12 | I. Note storiche sulle teorie della costituzione dei corpi |
neva nel suo lavoro «Preliminary discourse» che è tutto un programma scientifico di ricerche.
Fu egli il primo a rifiutare il concetto di elemento che si era conservato fin allora dai tempi dei filosofi greci. Gli elementi secondo il Boyle1 sono i costituenti indecomponibili dei corpi. Distinse i composti chimici dai miscugli; nei composti le proprietà del corpo sono affatto diverse da quelle degli elementi che lo formano. Queste composizioni avvengono nelle ultime particelle dei corpi, e se sopra un corpo agisce un’altra sostanza i cui elementi hanno maggiore affinità con alcune di quelle del primo corpo, questo si decompone. Ammise che gli elementi fossero in numero grande, ma insieme asserì che si doveva poter risalire ad una forma unica di materia primordiale2.
Il Boyle era stato preceduto in concezioni analoghe dal Jungius (1587-1657) di Amburgo, ma gli studi di questi erano passati inosservati.
Il Jungius e il Boyle furono dei veri precursori. Allora nello studio dei fenomeni chimici regnava la teoria del flogisto che deviò per molto tempo, anche per la maggior parte del secolo decimottavo, le ricerche scientifiche. Il Lavoisier (1743-1794) a cui si deve la scomparsa del flogisto accettò i concetti del Boyle sugli elementi e sulla costituzione corpuscolare della materia.
Il vero fondatore della moderna teoria atomica fu però il Dalton (1766-1844). Il Lavoisier, il Richter, il Proust avevano già formulato le leggi fondamentali delle composizioni chimiche; i primi lavori del Dalton sull’analisi dei gas lo condussero ad ammettere la legge delle proposizioni multiple. Queste leggi conducevano troppo bene ai concetti
- ↑ Nel suo lavoro Chemista scepticus pubblicato nel 1661.
- ↑ Vedi il suo scritto Origin of Forms and Qualities according to the Corpuscolar Phylosophy.